Dal
2 al 13 dicembre 2019 si è tenuta la Cop25 nella città di Madrid.
La COP è una conferenza in cui si riuniscono i rappresentanti di 197 Stati aderenti alla Convezione quadro dell’ONU (UNFCCC) per risolvere il problema del cambiamento climatico. La Convenzione, firma nel Summit per la Terra di Rio de Janeiro nel 1992, è un accordo che prevede “di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nella atmosfera” per evitare il riscaldamento globale. Dal 1995 ogni anno si tiene una Conferenza delle Parti (COP) per discutere su come agire concretamente.
La COP è una conferenza in cui si riuniscono i rappresentanti di 197 Stati aderenti alla Convezione quadro dell’ONU (UNFCCC) per risolvere il problema del cambiamento climatico. La Convenzione, firma nel Summit per la Terra di Rio de Janeiro nel 1992, è un accordo che prevede “di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nella atmosfera” per evitare il riscaldamento globale. Dal 1995 ogni anno si tiene una Conferenza delle Parti (COP) per discutere su come agire concretamente.
Nella
Cop3 del 1997 ci fu l’approvazione del primo trattato al mondo di riduzione
delle emissioni di gas serra, noto come protocollo
di Kjoto.
Importante
è stata la COP di Parigi del 2015, nella quale i Paesi hanno deciso di limitare
il riscaldamento globale a 1,5 °C al di sopra delle temperature preindustriali.
La
Cop25, deludendo tutte le attese, si è invece conclusa con un nulla di fatto.
Ottanta nazioni si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra, ma
proprio i paesi più ricchi hanno dichiarato un impegno non adeguato all’
emergenza. Lo scontro si è tenuto soprattutto sulle quote di carbone e si è
deciso di rinviare la discussione all’ appuntamento di Bonn nel giugno 2020. I
paesi più inquinanti, Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone, hanno di
fatto bloccato qualsiasi trattativa.
La
prossima COP si terrà a Glasgow nel novembre 2020 e la speranza è che in questa
COP si possa raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio entro il
2050.
Purtroppo
oggi il cambiamento climatico è già evidente: le emissioni di CO2 hanno
superato le 400 p/m e i dati scientifici confermano che la terra è più calda di
1,1°C rispetto alle temperature preindustriali.
Lo
scioglimento dei ghiacciai, l’aumento del livello del mare e l’erosione delle
coste, i fenomeni
meteorologici estremi (uragani, inondazioni, piogge abbondanti), il
rischio idrogeologico (alluvioni, frane e smottamenti), la siccità e gli
incendi, la desertificazione e le migrazioni climatiche, la perdita di
biodiversità sono tutte conseguenze già in atto del cambiamento climatico.
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