venerdì 15 maggio 2020

AUSTRALIA IN FIAMME - DI Giulia Campanella


I primi giorni dello scorso marzo, finalmente in un comunicato su  Tweetter dei vigili del fuoco australiani, abbiamo potuto leggere la notizia che i devastanti incendi che hanno sconvolto il Paese, finalmente erano cessati. 240 interminabili giorni che hanno letteralmente distrutto il Nuovo Galles del sud, la regione più colpita. Gli incendi, scoppiati nel luglio del 2019 hanno divorato le foreste e le aree protette della regione, radendo al suolo 12,6 milioni di ettari di aree boschive. 33 le vittime, e oltre tremila le abitazioni rase al suolo. Ma oltre al difficile problema che sta nel restituire una casa a chi l’ha perduta, per le autorità ci sono ben altre sfide da superare. Infatti da alcuni studi pare che circa il 75% della popolazione sia stata colpita dai roghi: circa tre milioni di persone in modo diretto e altri 15 in maniera indiretta. Tra questi ultimi gli abitanti di metropoli come Sidney, Canberra e Melbourne, costretti a respirare i fumi tossici provenienti dalle foreste in fiamme. Ma il problema più grave e più difficile da valutare è l’impatto del disastro sulla biodiversità dell’Australia. Una vera ecatombe: secondo il WWF sarebbero più di un miliardo gli animali morti durante i roghi, e il numero delle specie in pericolo di estinzione salgono a 113.  A tutto questo si aggiunga il fatto che i cambiamenti climatici hanno aumentato almeno del 30% i rischi di incendi estremi nel continente australiano, e che se la temperatura media globale dovesse aumentare ancora di circa 2 gradi, secondo uno studio dei ricercatori di World Weather Attribution, gli incendi futuri potrebbero essere almeno quattro volte più frequenti rispetto al passato. Una volta domati completamente gli incendi, il WWF contribuirà a ripristinare gli habitat per i koala e gli altri animali selvatici attraverso un progetto che prevede di piantare e far crescere oltre due miliardi di alberi entro il 2030. In questo modo i koala, simbolo del disastro, potranno ritrovare il loro habitat naturale. Nel frattempo il WWF Italia lancia una campagna per l'adozione di questo simpatico marsupiale, al fine di soccorrere e curare gli animali superstiti.







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