giovedì 14 maggio 2020

IL DEMONE DEL GIOCO- di Claudia Della Vista


Quello del gioco d’azzardo è un problema poco conosciuto, o se non altro, meno noto rispetto a problemi come droga e alcool. Sebbene fosse diffuso già dall’antichità, negli ultimi anni l’attenzione dei media e del Ministero della Salute sta crescendo notevolmente, poiché i dati sulla sua diffusione stanno diventando allarmanti, tanto da poter a ragione parlare di una vera e propria malattia.  Il gioco d’azzardo patologico, o ludopatia, è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia mentale, con sintomi specifici, come la distorta percezione della realtà, e l’incapacità di resistere all’impulso di giocare. Il Manuale Diagnostico dei Disturbi mentali, ha definito la ludopatia (GAP) come un comportamento persistente, ricorrente e maladattativo di gioco che compromette le attività personali, familiari o lavorative.
Il giocatore è diagnosticato affetto dal gioco d'azzardo patologico se presenta almeno cinque dei sintomi che seguono:
1.È assorbito dal gioco tanto da voler rivivere esperienze trascorse di gioco, pianificare la prossima impresa di gioco, escogitare modi per procurarsi denaro per giocare;
2.Gioca somme di denaro sempre maggiori;
3.Tenta inutilmente di ridurre, controllare o interrompere il gioco d'azzardo;
4.È irrequieto e irritabile quando non può dedicarsi al gioco d'azzardo;
5.Gioca d'azzardo per sfuggire o alleviare problemi come ansia, depressione e sensi di colpa;
6.Dopo aver perso al gioco, continua a giocare ancora, sperando di sanare le proprie perdite;
7.Mente alla propria famiglia per occultare l'entità del coinvolgimento nel gioco d'azzardo;
8.Commette azioni illegali per finanziare il gioco d’azzardo: falsificazione, truffa, furto...
9.Mette a repentaglio una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità di carriera per il gioco d'azzardo;
10.Fa affidamento sugli altri per reperire denaro per alleviare la situazione economica difficile causata dal gioco.

Negli ultimi anni il gioco d’azzardo è divenuto una vera e propria piaga sociale ed è stato necessario l’intervento delle Istituzioni per regolamentare i requisiti di chi può accedere al gioco e in che modo.  Il Ministero fornisce delle licenze solo agli operatori che sono in grado di garantire elevati standard di qualità e di sicurezza (controllo dell’età del giocatore che deve essere maggiorenne, limiti sugli importi di gioco per l’online e probabilità di vincita presentate).
Purtroppo però negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più massicciamente il gioco on line, estremamente pericoloso perché unisce l’ebrezza del gioco d’azzardo alla facilità di accesso garantita dalla rete internet. Il mondo del web ha sicuramente contribuito ad una diffusione massiccia di giocatori dipendenti in quanto ci sono siti dove si può scommettere in svariati ambiti dallo sport al casinò, dalle lotterie istantanee al bingo…Tra il 2016 e il 2019 una ricerca epidemiologica eseguita nell’ambito dell’Accordo Scientifico tra ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) e ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha permesso di focalizzare l’attenzione su questo fenomeno in maniera ampia e completa. Da tale studio è risultato che circa il 36% degli adulti in Italia ha giocato d’azzardo almeno una volta e che la fascia d’età a maggior rischio è quella che va dai 40 ai 46 anni. Lo studio ha coinvolto anche minorenni tra i 14 e i 17 anni. Tra loro circa il 70% ha dichiarato di non aver mai giocato, mentre il restante 30% asserisce di aver giocato almeno una volta nei 12 mesi precedenti l’intervista. In controtendenza rispetto alla percentuale di adulti, che gioca di più nel nord Italia, gli studenti del sud Italia che hanno ammesso di aver giocato d’azzardo almeno una volta sono circa il 33%, quelli delle isole il 30%, a seguire i ragazzi del Centro con il 27% , il Nord Ovest col 26% ed il Nord Est con il 20%.







Nessun commento:

Posta un commento

TRADIZIONI PERDUTE di Giuliana Saggese

 Le tradizioni popolari sono da sempre state importantissime per tramandare la cultura di un popolo. Anche Bovino, il mio paese, aveva e con...