lunedì 26 aprile 2021

VISITA VIRTUALE AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI FOSSOLI di Miriam Farruku (3^C)Antonio Cotoia, Marica Calitri, Gabriel Nunno, Desirée Di Salvo, Maria Pia Terenzio (4^C) IPSIA Bovino.

 

 


Il 27 gennaio del 1945 soldati ucraini dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del Campo di Concentramento di Auschwitz in Polonia. La storia del Giorno della memoria è ormai nota a tutti, e questa data è diventata il simbolo della Shoah. Sono numerose le immagini che ricordano ciò che avvenne nei campi di concentramento. Ancora oggi foto di quei drammatici momenti sono condivise sui social per non dimenticare le vittime ed il significato di tale data. La nostra scuola, oggi, ha partecipato ad una diretta streaming dal campo di Fossoli, in provincia di Modena, luogo di transito verso i campi di concentramento dell’Europa Orientale in cui morirono circa 8000 ebrei italiani. Inizialmente costruito come campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale,poi trasformato in campo di concentramento dal 1942 al 1945, diretto dalla repubblica sociale italiana e dalle SS. Il campo è diventato famoso non solo per il suo tragico utilizzo:  ci è stato mostrato il percorso che facevano gli internati e le persone che venivano inviate verso altri campi di concentramento. La prima ala comprendeva otto baracche dove venivano stipati gli ebrei, una dopo l’altra e si estendevano su tutto il lato sinistro. In un'altra ala del campo, invece, venivano messi i prigionieri politici che sostanzialmente non erano d’accordo con il regime che poteva essere considerato un nemico. Anche per gli oltre 5000 prigionieri che passarono di lì e  inviati nei campi di concentramento del Nord Europa tra loro Primo Levi, scrittore italiano ed ebreo che nel suo libro “Se questo è un uomo” descrive il campo di Fossoli e la sua esperienza di deportato sopravvissuto.

Scriveva: “L’olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”, “ Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare.” Con queste parole  Primo Levi ci fa capire che non bisogna mai dimenticare affinché ciò che è stato non accada nuovamente.

Tutto ebbe inizio con le leggi di Norimberga del 1935 che legittimarono il boicottaggio economico e l’esclusione degli ebrei; dal 1938 e dalla “Notte dei Cristalli” dove furono incendiate le sinagoghe e distrutti i negozi ebrei, il processo di segregazione e repressione sfociò in una decisione di sterminio, che partì dalla Germania e si diffuse colpendo gli ebrei di quasi tutta Europa. Essi furono ghettizzati e poi deportati nei campi di concentramento e di sterminio. Ad Auschwitz, Treblinka, Dachau, Berghen Belsen, Mauthausen, ecc. giungevano ogni giorno convogli carichi di persone. Dopo la selezione iniziale, che risparmiava temporaneamente coloro che erano in grado di lavorare, una parte era inviata nelle camere a gas. I campi di sterminio erano anche luoghi di torture, di esperimenti pseudoscientifici su cavie umane, di lavori sfiancanti e selezioni quotidiane, di queste atrocità ne danno conferma coloro che sono sopravvissuti. Tra le vittime dello sterminio ci  furono non  solo gli ebrei, ma anche altre persone o gruppi etnici ritenuti inferiori ed inutili, rientrano così nel genocidio nazista gli zingari, i polacchi, alcune popolazioni slave, i disabili, i testimoni di Geova, gli omosessuali, gli oppositori politici e tutti coloro che rappresentavano una minaccia per la purezza della razza ariana.

 Ricordare oggi questo non ci suscita solo orrore, e non ci fa sentire solo fortunati ma ci fa  riflettere; un popolo che non ricorda e anche un popolo senza futuro, perché coltivare la MEMORIA è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza.

Ricordare è per noi un dovere morale per far sì che le atrocità della Shoah non si ripetano più. Oggi nelle testimonianze dei sopravvissuti, che via via vanno scomparendo per la loro età avanzata,  vediamo nei loro occhi la sofferenza , le violenze subite, la rabbia, le lacrime e il dolore trattenuto e soffocato dalla costante paura. L’umanità non può negare e neppure dimenticare questa immane tragedia perché se oggi viviamo una vita libera lo dobbiamo a loro che con la loro vita hanno cambiato la storia.



Ed è  doveroso ricordare e far conoscere alle generazioni future affinché non si compia mai più un simile orrore.

“SOLO QUANDO NEL MONDO A TUTTI GLI UOMINI SARA’ RICONOSCIUTA LA DIGNITA’ UMANA, SOLO ALLORA POTRETE DIMENTICARCI”

lunedì 12 aprile 2021

INTERVISTA AL DIRIGENTE SCOLASTICO Prof. OTTONE PERRINA di Alissa Mastrolonardo







Per inaugurare i lavori del Blog nell’a.s.2020-2021 la Redazione di Bovino propone come primo articolo l’intervista gentilmente rilasciata dal Dirigente Scolastico Prof. OTTONE PERRINA.

Il nuovo istituto comprende scuole di ordine e grado differenti, dislocate su un territorio molto ampio. Come ha organizzato la gestione complessiva di questa nuova realtà?

La scuola è assimilabile ad un’azienda complessa, dai legami deboli, che ha come obiettivo prioritario il successo formativo di ciascun alunno.

Per parlare di scuola oggi bisogna fare riferimento a due norme fondamentali, che ne hanno cambiato totalmente l’identità. Il primo riferimento normativo è il DPR 275/99, che all’art. 2 recita:l'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.

Il secondo, imprescindibile è il del D.Lvo 165/01, che all’art. art. 25 dispone: “Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il dirigente scolastico, organizza l'attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali….Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal responsabile amministrativo, che sovrintende, con autonomia operativa, nell'àmbito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi amministrativi ed ai servizi generali dell'istituzione scolastica, coordinando il relativo personale”.

 

La conduzione dell’Istituto Omnicomprensivo, che tra collaboratori, amministrativi e docenti, conta circa 240 unità, dislocati su 11 plessi, necessita di autorevolezza e di una leadership diffusa e condivisa.

 

Per poter lavorare in maniera efficace e proficua, il primo obiettivo è stato individuare un organigramma funzionale molto capillare, dove le varie responsabilità sono state condivise con i coordinatori di classe, responsabili di plesso e di settore, coordinatori di dipartimento, Ed. Civica; bullismo e cyberbullismo, responsabili della sicurezza (ai sensi del D.Lvo 81/2008), ecc.  

Alla base di questa responsabilità condivisa, occorrono fiducia reciproca, responsabilizzazione di ognuno e capacità di sentirsi parte viva di una comunità in divenire. Solo se si è consapevoli di questa appartenenza, ci si impegna al massimo per contribuire con le proprie competenze allo sviluppo della comunità scolastica.

 

Quali sono, secondo Lei, i punti di forza della scuola dei Monti Dauni?

 

La scuola ha diverse potenzialità. Quando sono arrivato in questo Istituto ho trovato molto interesse verso le tematiche ambientali ed è giusto lavorare in questa direzione, ma mi preme volgere l’attenzione anche verso altri obiettivi formativi.

Occorre prima di tutto una formazione approfondita, forte e strutturata in italiano e in inglese: le lingue, a mio parere, vanno potenziate molto, a partire dalla scuola dell’infanzia. Sarebbe opportuno introdurre anche lo studio di ulteriori lingue straniere, tra i quali quella cinese, visto che l’economia mondiale è proiettata molto verso i paesi orientali. Va poi potenziata molto la competenza digitale: oggi ormai tutto è digitalizzato e domotizzato, per non parlare dei grandi progressi che la microchirurgia sta facendo grazie alla robotica. I nostri punti di forza dovranno essere quindi le lingue, l’attenzione all’ambiente e il digitale (coding, robotica, informatica, scienze integrate): proprio in queste settimane stiamo ultimando la fornitura di laboratori scientifici ed informatici presso le Scuole Secondarie di II Grado ed avviando contestualmente le procedure per la fornitura degli stessi presso le sedi delle Secondarie di I Grado.


 

Quali opportunità la scuola può offrire agli alunni del secondo ciclo?

Dal punto di vista degli indirizzi ci sono varie opportunità: il Professionale Elettro-Meccanico, il Professionale Socio Sanitario e due Licei Scientifici. La gamma di proposte è abbastanza ampia: dalla ricerca filosofica e scientifica del Liceo Scientifico, alla ricerca tecnologica e professionalizzante dell’Ipsia, con un indirizzo socio –sanitario per avviarsi alle professioni mediche.

Il punto di forza del nostro Istituto sarà proprio il potenziamento del curricolo verticale, con esperienze di continuità tra i vari gradi di scuola: dalla scuola dell’infanzia con i bambini di due anni e mezzo alla scuola secondaria con i ragazzi di 18/19 anni, con un processo di un’armonizzazione del sapere che deve essere progressivo e che prepara gli studenti ad essere cittadini maturi e responsabili.

Un’ ulteriore sfida è la valorizzazione del territorio, per far sì che gli alunni residenti decidano di studiare presso il nostro Istituto fino ai 19 anni, per provare in tutti ad evitare o almeno rallentare un progressivo spopolamento, che rischia di far morire le straordinarie tradizioni presenti nella nostra cultura locale. 

                                      

Per le scuole superiori del nostro istituto sono stati previsti alcuni laboratori scientifici. Sono previsti spazi attrezzati anche per la Secondaria di primo grado?

Per la Secondaria di primo grado ci saranno due aule 3.0 e i laboratori di Coding e robotica con monitor interattivi da 65 pollici.

Cambierà, quindi, proprio il concetto di processo formativo. Realmente si favorirà l’interazione con l’alunno che possiede interessi e capacità incredibili, oltre a tante energie che deve e vuole condividere e che può mettere in campo se la didattica diventa laboratoriale, partecipata e stimolante.

 

Quali progetti o iniziative sta realizzando per l'Istituto?

Tutte le iniziative sono in linea con quanto appena detto. Stiamo gettando le basi per potenziare le lingue e il digitale ma anche la matematica poiché spesso è proprio in questa disciplina che i ragazzi hanno problemi. La matematica va approfondita in maniera strutturata. Sono stati avviati corsi di recupero per chi è più fragile o di potenziamento per chi vuole approfondire la disciplina.

E’ importante che allo studio delle discipline tradizionali siano affiancati il coding e la robotica, la ricerca informatica, la salvaguardia dell’ambiente, il diritto e anche delle nozioni di economia (ove possibile): ho desiderio di inserire proprio nei Licei dei corsi di economia e diritto. Per le scuole professionali, invece, si potrebbe introdurre un corso di introduzione alla filosofia.

Il mio desiderio è quello di offrire nuove attività o studi opzionali che i ragazzi possano scegliere in base ai propri interessi, in modo da sentirsi veramente artefici del proprio futuro. 

 

Che cosa secondo Lei va ancora migliorato?

Sicuramente le relazioni interpersonali. Questo periodo di pandemia non ci sta aiutando: ognuno pensa ai suoi bisogni, alle sue necessità e a volte perde la fiducia nell’altro. Tutto questo ovviamente ci limita molto perché l’altro non può essere visto come un nemico, da cui difendersi, bensì come risorsa per crescere insieme, in una condivisione di intenti. È importante sentirsi parte di un gruppo e stare insieme: il significato di classe è anche questo e quindi sicuramente vanno migliorati il modo di relazionarsi e il senso di appartenenza.

 

Quali difficoltà ha incontrato nella gestione della Scuola nel periodo della pandemia?

Il problema più grande in questo periodo di pandemia è l’incertezza rispetto al futuro. Essendo un pubblico ufficiale, devo fare riferimento alle norme dello Stato, della Regione e del Ministero che cambiano velocemente. Posso gestire autonomamente solo alcune regole interne, ma devo comunque adeguarmi a quello che viene disposto dalle istituzioni.  Questo, purtroppo, crea un senso di precarietà, poiché accade spesso che si avviano delle procedure e dopo pochi giorni si è costretti ad interromperle, perché sono intervenute nuove situazioni impreviste. Sto investendo molte energie nel costruire e proporre processi nei vari ambiti, con pazienza e tenacia, anche se non so cosa ci riserva il futuro.

 



GILBERT IL PESCE MANGIA RIFIUTI di David Cosentino- Giovanni Marseglia -Andrea Mangieri

  Il problema delle microplastiche è ormai noto a tutti.  Possiamo trovarle nell’aria, nella placenta delle mamme, nella frutta e nella verd...