Terezín è una località che si trova a 61 chilometri a
nordest di Praga, famosa per il suo Campo di Concentramento. E’ diviso in due parti, la fortezza
grande e la piccola. In un'area si localizzava il ghetto ebraico, dove
vissero più di 150.000 ebrei, mentre una seconda zona fu occupata da un campo
di concentramento. Fu un campo di concentramento e non di sterminio, dove
comunque morirono molti ebrei. I bambini ebrei che vissero nel Campo di concentramento di Terezín sono stati quasi
15.000. Nonostante la fame, le malattie e le molte privazioni, hanno lasciato
tracce sorprendenti della loro creatività e voglia di vivere prima di essere
quasi tutti deportati nei campi di sterminio.
I bambini e gli adolescenti
giunsero al campo da soli o insieme ai loro genitori. Le condizioni di vita
erano estremamente precarie a causa del sovraffollamento, della fame, e delle
malattie. Compiuti i 14 anni i bambini erano sottoposti al lavoro forzato.
Vivevano inoltre con la costante minaccia dei frequenti trasporti verso i campi di sterminio.
Assieme alla professoressa Antonella Brienza,
insegnante di storia e geografia, noi alunni della classe 1^ B di Bovino in occasione della giornata della
memoria, abbiamo realizzato due
cartelloni: un cartellone che ricorda il
campo di Terezìn ed un secondo cartellone a forma di valigia per ricordare i
disegni, le poesie ed i pensieri dei bambini che hanno vissuto a Terezìn nei
duri anni della seconda guerra mondiale.
Queste testimonianze sono giunte fino a noi poiché nascoste da Friedl Dicker-Brandeis, artista austriaca, deportata
nell’autunno del 1944 ad Auschwitz. Infatti nel
campo di Terezìn venne istituita una scuola (anche se le leggi razziali vietarono
l’istruzione per gli ebrei sin dal
1940) per alleggerire la deportazione
dei bambini. Nei disegni e nelle poesie i bambini raccontavano o disegnavano
quello che stavano vivendo. Nel primo cartellone abbiamo introdotto la piantina
geografica della fortezza di Terezìn e incollato delle immagini riferite ad
essa.
Il secondo cartellone ha una forma di valigia, è di colore marrone e ha un manico e i bordi di colore giallo chiaro. Sulla superficie ci sono quattro bustine realizzate da noi alunni, su ognuna delle quali è stata incollata una stella di David al centro delle quali è scritto il contenuto di ogni singola busta: il campo, le poesie, i disegni, i pensieri. Infine abbiamo chiuso con un pezzo di spago ognuna delle quattro buste. All'interno della prima bustina abbiamo inserito alcune fotografie che mostrano il campo e la fortezza lager di Terezin. Nella seconda busta sono stati inseriti alcuni dei pensieri scritti dai bambini che hanno vissuto l'orrore del campo di concentramento in prima persona. Parole dure e terribili come queste:
"...siamo abituati a piantarci su lunghe file alle sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette di sera, con la gavetta in pugno, per un po' d'acqua tiepida dal sapore di sale o caffè o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo abituati a dormire senza letto, a salutare ogni uniforme, scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede. Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo, alle botte e alle impiccagioni."
Il pensiero molto profondo del bambino smentisce ciò che i nazisti affermavano, ovvero che i ghetti erano posti privilegiati per gli ebrei. Nella terza bustina abbiamo inserito alcuni dei disegni dei bambini deportati. Anche i disegni rappresentano le condizioni di vita di quel luogo terribile. Oggi i disegni ritrovati sono custoditi nel museo ebraico di Praga. Infine nell'ultimo riquadro sono riportate alcune delle poesie scritte dai bambini deportati nel ghetto. Nella maggior parte dei testi i bambini raccontano cosa manca loro o perché o da quando sono stati deportati. Alcuni di loro affermano che hanno provato la mancanza della libertà e ne hanno compreso il valore solo dopo che fu tolta loro.
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