venerdì 11 giugno 2021

GLI ANGELI DEL COVID: INTERVISTA ALL’INFERMIERA CRISTINA MARSEGLIA di Alessandra Schiavone

La nostra redazione quest'anno ha ospitato la signora Cristina Marseglia, infermiera presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, che ci ha gentilmente rilasciato un'intervista e ha risposto alle nostre domande sul Covid-19.

In quale ospedale lavora?

 Lavoro a Foggia agli ospedali riuniti, presso il nostro grande policlinico.

Nel suo ospedale ci sono reparti COVID? 

Nel reparto in cui lavoro ci sono due reparti di rianimazione Covid. Inoltre a Foggia è presente l'ospedale “Colonnello D’Avanzo” che è stato dedicato interamente a problemi concernenti l’emergenza sanitaria, dove  ci sono altri tre reparti in cui sono ricoverati solo pazienti Covid. In aggiunta all’interno della nostra  azienda sono presenti ameno altri tre reparti nei quali vengono trattati pazienti prettamente Covid. Vi è anche  un reparto  chirurgico, in cui ci sono pazienti che hanno contratto il Coronavirus ma  hanno anche altri problemi, ad esempio un appendice, una  colecisti, cioè problemi legati alla propria salute ma che sono indipendenti dal Covid. 

Lei lavora ho ha lavorato con i pazienti COVID?

Per un piccolo periodo ho lavorato con malati Covid in  rianimazione, con i pazienti più gravi.

Com’è cambiato il suo lavoro con la pandemia?

Con la pandemia il mio lavoro è cambiato molto.  Nonostante le precauzioni resta alto il livello d'allarme e la paura di contrarre la malattia a causa di un movimento sbagliato o per aver lavato o disinfettato le mani una volta di meno. Inoltre è mutato il modo di approcciarsi al malato: con i pazienti covid, purtroppo, a causa della tuta, della mascherina, degli occhiali e delle visiere non si riesce ad avere alcuna  relazione con i degenti. Spesso  non si riesce proprio a parlare con loro perché a causa dei dispositivi di sicurezza non riusciamo ad avere un contatto visivo o umano.

Secondo lei ci sono differenze o miglioramenti tra lo scorso anno e oggi?

Sicuramente sì perché siamo più preparati.  Conosciamo la malattia e i protocolli di sicurezza. Però la situazione rispetto allo scorso anno è ancora abbastanza simile. 

Quali sono i problemi principali che si devono affrontare in questo periodo di pandemia?

I problemi legati alla pandemia credo che ormai li conosciamo tutti. Dobbiamo ricordarci di  indossare la mascherina, lavarci le mani, disinfettare spesso  le superfici, mantenere la distanza di sicurezza... I problemi più difficili nella vita di ogni giorno stanno proprio nell'attenzione che dobbiamo avere nelle piccole cose, ma soprattutto nei rapporti con gli altri, verso i nostri cari, i nostri amici. Così  quando abbiamo voglia di abbracciare un amico  dobbiamo pensare alle conseguenze che potrebbe avere un tale gesto nei confronti di chi è più debole: a casa abbiamo i nonni o i genitori che  spesso sono un po’ più fragili dei giovani e con un nostro gesto sconsiderato potremmo far loro del male. .

Secondo lei, tra quanto tempo potrebbe finire realmente questa emergenza ?

Purtroppo temo che con questo tipo di virus dovremo convivere almeno per un po’ di anni. Sicuramente grazie alle vaccinazioni la situazione potrà migliorare.  Solo in questo modo riacquisteremo un po' della nostra libertà. 

E noi che non siamo addetti ai lavori, cosa possiamo fare per fare in modo che la pandemia finisca prima, nei gesti di ogni giorno?

I gesti di ogni giorno sono quelli più semplici ma più importanti: seguire le regole, già dette, evitare luoghi affollati, rispettare noi stessi e gli altri. Prima lo capiremo e prima ci libereremo dal virus



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