domenica 13 giugno 2021

SAHARA FOREST PROJECT di Stefano Provenza

 



Il Sahara Forest Project è un progetto di agricoltura ecosostenibile molto ambizioso: ricavare da tutto ciò che abbiamo in abbondanza (luce solare, deserti, acqua salata, CO2) quello di cui abbiamo più bisogno (cibo, acqua ed energia pulita). I primi studi di fattibilità del progetto vennero presentati a Copenaghen nel 2009 durante la COP 15. L’innovativo progetto, che prosegue ancora oggi, è stato voluto dal re di Giordania Abdullah II e dal principe Haakon di Norvegia. Nel deserto della Giordania le temperature sfiorano i 40 gradi e le precipitazioni sono scarsissime, per questo motivo e per la vicinanza al mare questo deserto è stato scelto per il Sahara Forest Project. Il progetto è stato avviato nel 2008 ed è ancora in fase di sviluppo. A sostenere questa avveniristica iniziativa si è mossa la Max Fordham, azienda inglese specializzata in grandi ed innovative opere ingegneristiche che ha messo la propria esperienza al servizio dell’UE e del governo norvegese. Gli ingegneri impegnati nel progetto hanno ragionato sulle risorse di cui disponevano, ovvero il mare, il sole e la sabbia. Sono state progettate delle serre ultratecnologiche all’interno delle quali è stato trovato il modo per raffreddare le colture e fornire umidità alle piante. L’aria secca del deserto viene convogliata su cuscinetti di acqua marina che la raffredda e la rende umida, in seguito viene fatta fluire nelle serre. L’acqua poi passa attraverso un secondo evaporatore in cui l’acqua viene riscaldata dal sole in una rete di tubi neri. Si tratta di un processo che imita il naturale ciclo idrologico in cui l’acqua marina, riscaldata dal sole, evapora e raffredda fino a formare le nuvole, per poi tornare a terra sotto forma di pioggia, nebbia o rugiada. Per procurare energia  il tutto viene alimentato da pannelli solari. In questo futuristico campo agricolo al momento si producono solo cetrioli, che si coltivano facilmente, ma il progetto prevede un ampliamento delle colture nei prossimi anni. Per adesso si riescono ad ottenere circa 130 tonnellate di vegetali all’anno in circa tre ettari di terreno che oltre a fornire un aiuto alimentare,  hanno creato anche nuovi posti di lavoro.

                              



Nessun commento:

Posta un commento

TRADIZIONI PERDUTE di Giuliana Saggese

 Le tradizioni popolari sono da sempre state importantissime per tramandare la cultura di un popolo. Anche Bovino, il mio paese, aveva e con...