lunedì 13 febbraio 2023

GENERAZIONI "A SCHERMO INTERO". Il sempre più preoccupante numero di giovani, e non solo, che abusano di Internet e di videogiochi di Mariana Sanseverino



In ambito tecnologico esistono vari pericoli, molti dei quali risolvibili tramite appositi siti. Ma vi è un particolare “malattia” a cui dobbiamo stare personalmente attenti: quella degli “Hikikomori” (termine giapponese tradotto letteralmente con la parola “isolarsi”) che appunto indica il fenomeno sempre più diffuso che colpisce adulti ma soprattutto giovani maschi, della quale si è creata addirittura un’intera generazione, che ha come sintomi più comuni l’isolarsi dal resto del mondo, per un periodo anche lungo, spesso abbinato al continuo utilizzo di Internet o videogiochi. Alla base di questa condizione, stando agli esperti, ci sarebbe una condizione di forte disagio adattivo sociale. Spesso sono ragazzi molto intelligenti, con un alto QI, ma di carattere introverso, introspettivo e sensibile e che faticano ad interagire o ad integrarsi con i loro coetanei, poiché convinti di stare meglio da soli. Gli Hikikomori si isolano progressivamente e sviluppano una visione negativa della società che può portare alla depressione. La dipendenza da Internet, secondo alcuni psicologi, non sarebbe però la causa del fenomeno, bensì una possibile conseguenza. Purtroppo le conseguenze di questo isolamento sono diverse: innanzitutto il rischio di uno stato depressivo, ma non solo: l'alimentazione e l'attività fisica vengono spesso trascurate, inoltre molti ragazzi svolgono le loro attività di notte, alterando il ritmo sonno-veglia. In alcuni casi si arriva a comportamenti autodistruttivi, con la finalità di farsi del male.



Il fenomeno è nato in Giappone e da lì ha iniziato a diffondersi anche negli Stati Uniti, in Francia e in Italia con dimensioni sempre più preoccupanti soprattutto con l’arrivo della pandemia e della quarantena. Nel nostro paese interessa la fascia d’età adolescenziale (in particolare i ragazzi di 14 anni). Questo fenomeno si può tentare di fermare attraverso limitazioni di Internet e dei videogiochi (consigliato per la fascia d’età dai 12 ai 14 anni di 1,5 ore massimo) e di spronare i giovani ad uscire con i propri coetanei o partecipare ad attività ludiche adatte alla loro età proposte magari dal proprio paese/città. In alcuni casi dove invece l’utilizzo di Internet, videogiochi o telefoni cellulari è diventato una vera e propria dipendenza cercare di sostituire queste con la lettura di libri o romanzi e con lo studio. Infatti per evitare questa vera e propria sindrome bisogna, già da bambini, imparare a conoscere i pericoli di Internet e sapere cosa fare in certi casi. Nei casi più gravi è opportuno un ausilio psicologico o psichiatrico. In Giappone si stima che ci siano oltre un milione di casi, mentre nel nostro Paese, benché non ci siano stime ufficiali se ne stimano almeno 100.000.


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