La nostra redazione quest'anno ha ospitato la signora Cristina Marseglia, infermiera presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, che ci ha gentilmente rilasciato un'intervista e ha risposto alle nostre domande sul Covid-19.
In quale ospedale lavora?
Lavoro a Foggia agli ospedali riuniti, presso
il nostro grande policlinico.
Nel suo ospedale ci sono reparti COVID?
Nel reparto in cui lavoro ci sono due reparti di rianimazione
Covid. Inoltre a Foggia è presente l'ospedale “Colonnello D’Avanzo” che è stato dedicato interamente
a problemi concernenti l’emergenza sanitaria, dove ci sono altri tre reparti in cui sono ricoverati solo
pazienti Covid. In aggiunta all’interno
della nostra azienda sono presenti ameno altri tre
reparti nei quali vengono trattati pazienti prettamente Covid. Vi è anche un reparto chirurgico, in cui ci sono pazienti
che hanno contratto il Coronavirus ma hanno anche altri
problemi, ad esempio un appendice, una colecisti,
cioè problemi legati alla propria salute ma che sono indipendenti dal Covid.
Lei lavora ho ha lavorato con i pazienti COVID?
Per un piccolo periodo ho
lavorato con malati Covid in rianimazione, con i pazienti più gravi.
Com’è cambiato il suo lavoro con la pandemia?
Con la pandemia il mio lavoro è
cambiato molto. Nonostante le precauzioni resta alto il livello d'allarme e la paura di contrarre la malattia a causa di un movimento sbagliato o per aver lavato o disinfettato
le mani una volta di meno. Inoltre è mutato il modo di approcciarsi al malato: con i pazienti covid, purtroppo, a causa della tuta, della mascherina, degli occhiali e delle visiere non si riesce ad avere alcuna relazione con i degenti. Spesso non si riesce proprio a parlare con loro perché a causa dei dispositivi di sicurezza non riusciamo ad avere un contatto visivo o umano.
Secondo lei ci sono differenze o miglioramenti tra lo scorso anno e oggi?
Sicuramente sì perché siamo più preparati. Conosciamo la malattia e i protocolli di sicurezza. Però la situazione rispetto allo scorso anno è ancora abbastanza simile.
Quali sono i problemi principali che si devono affrontare in questo
periodo di pandemia?
I problemi legati alla pandemia
credo che ormai li conosciamo tutti. Dobbiamo ricordarci di indossare la
mascherina, lavarci le mani, disinfettare spesso le superfici, mantenere la distanza di sicurezza... I problemi più difficili nella vita di ogni giorno stanno proprio nell'attenzione che dobbiamo avere nelle piccole cose, ma soprattutto nei rapporti con gli altri, verso i nostri cari, i nostri amici. Così quando abbiamo voglia di abbracciare un amico dobbiamo pensare alle conseguenze che potrebbe avere un tale gesto nei confronti di chi è più debole: a casa abbiamo i nonni o i genitori che spesso sono un po’ più fragili dei giovani e con un nostro gesto sconsiderato potremmo far loro del male. .
Secondo lei, tra quanto tempo potrebbe finire realmente questa
emergenza ?
Purtroppo temo che con questo tipo di virus dovremo convivere almeno per un po’ di
anni. Sicuramente grazie alle vaccinazioni la situazione potrà migliorare. Solo in questo modo riacquisteremo un po' della nostra libertà.
E noi che non siamo addetti ai lavori, cosa possiamo fare per fare in
modo che la pandemia finisca prima, nei gesti di ogni giorno?
I gesti di ogni giorno sono
quelli più semplici ma più importanti: seguire le regole, già dette, evitare luoghi affollati, rispettare noi stessi e gli altri. Prima lo capiremo e prima ci libereremo dal virus