giovedì 25 settembre 2025

Il carnevale di Venezia ZANNELLA CHIARA, FATTIBENE CHIARA, TAVANO ANGELICA, IOLANDA LOMBARDI, BISANTI MICAELA.

 Il carnevale di Venezia è una festa cittadina italiana che si svolge con cadenza annuale nel capoluogo veneto. Si tratta di uno dei più conosciuti e apprezzati carnevali del mondo. E’ famoso per la sua forte identità e per la sua capacità di conservare le maschere tradizionali che rimangono sempre magnifiche col passare dei secoli.



La storia

Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del 1904 chiamato Doge Vitale Failer, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. In realtà questa Festa affonda  le sue radici in più tradizioni, da quella latina a quella greca, che contrassegnavano il passaggio dall’inverno alla primavera e che contemplavano l’uso si maschere e di rappresentazioni simboliche. Il carnevale è oggi il risultato di una evoluzione e di una integrazione di tanti eventi e fatti storici nel corso dei secoli. Il senato della Repubblica Serenissima ufficializzò l’esistenza del Carnevale nel 1296. Da allora la festa ha accompagnato la vita delle città rispecchiando le diverse esigenze storiche.



I costumi 

La bauta, il tabarro, la moretta e gnaga sono tra le maschere e i costumi più iconici del carnevale di Venezia. La bauta , la maschera più famosa del carnevale, era spesso accompagnata dal tabarro, un ampio mantello che copriva gran parte del corpo. La moretta era una maschera ovale di velluto nero, originariamente riservata alle donne. A differenza delle altre maschere, la moretta non aveva cinghie per tenerla sul volto, ma era sostenuta da un piccolo bottone che si stringeva tra i denti. La gnaga era un travestimento che vedeva spesso uomini vestirsi da donne, indossando una maschera a forma di gatto.


Le curiosità

Il carnevale di Venezia dura circa sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri. Le maschere dovevano seguire un preciso codice di condotta. Ad esempio le maschere non potevano parlare, ma solo esprimersi con dei gesti. Le maschere inoltr quando s’incontravano avevano l’abitudine di inchinarsi.  La maschera più inespressiva di tutte è anche la più tipica del Carnevale veneziano.



È identificata da un semplice mantello (il tabarro), da una cappa di merletto, da un cappuccio nero in seta (chiamato zendale) e da un cappello a tre punte (il tricorno). Sul viso, una maschera bianca senza espressione, e che viene chiamata larva, che garantiva l’anonimato.

Sul finire del Settecento, il Doge di Venezia era Paolo Renier, un uomo di salute assai cagionevole. Egli morì a Venezia il 13 Febbraio 1789 eppure, la notizia della morte, per volere del Doge stesso, venne diffusa in città solo il Mercoledì delle Ceneri. Durante il Carnevale, i Veneziani non potevano lavorare. C’era il divieto. Se qualcuno si dedicava al lavoro, potevo essere arrestato o portato in chiesa. Inoltre il Carnevale era il momento in cui ricchi e poveri, donne e uomini potevano davvero essere sullo stesso piano e dare sfogo a ogni tipo di licenziosità.

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