mercoledì 27 marzo 2024

GILBERT IL PESCE MANGIA RIFIUTI di David Cosentino- Giovanni Marseglia -Andrea Mangieri

 

Il problema delle microplastiche è ormai noto a tutti.  Possiamo trovarle nell’aria, nella placenta delle mamme, nella frutta e nella verdura, perfino nel nostro sangue. Possono essere rilasciate dai capi d'abbigliamento durante i lavaggi, ma anche dall’usura degli pneumatici sono presenti in alcuni scrub e in alcuni dentifrici. Ma sono sicuramente gli oceani, i mari e i corsi d’acqua a contenere moltissime di queste microparticelle dannose per l’ambiente e per l’uomo. Una studentessa inglese, ha però ideato una possibile soluzione per ripulire le acque dei corsi d’acqua da tali pericoli.

                                                                                                                     

La studentessa che ha ideato Gilbert si chiama Eleanor Mackintosh e studia chimica all’Università del Surrey. 

Il robo-pesce messo a punto da una studentessa universitaria inglese ha vinto il concorso Natural Robotics Contest, il cui obiettivo era quello di creare robot ispirati alla natura che potessero contribuire alla tutela dell’ambiente.

Il contest, organizzato dall’Università del Surrey nel Regno Unito, ha visto la partecipazione di quasi 100 progetti realizzati da studenti di tutto il mondo – dal robo-orso per la protezione delle foreste al robo-granchio per l’esplorazione spaziale fino al robo-riccio di mare per l’osservazione della vita negli oceani.

Gilbert ha le dimensioni e la forma di un salmone: è costituito da un’unità principale più grande attraverso cui filtra l’acqua mentre “nuota” e da una coda a tenuta stagna dove raccoglie e trattiene le microplastiche. 

Per ora, le sue dimensioni contenute e la bassa potenza delle “branchie” non permettono a Gilbert di “nuotare” in mare aperto, dove le correnti sono più forti. Tuttavia, con ulteriori miglioramenti il robo-pesce potrebbe essere un’ottima soluzione per ripulire anche le acque oceaniche dalla contaminazione da microplastiche.

lunedì 25 marzo 2024

LE CITTA’ DEL FUTURO: LUSAIL CITY di Giacomo Lombardi e Chiara Zannella



Le città occupano appena il 2% della superficie del nostro pianeta, ma consumano i due terzi delle risorse mondiali: da esse provengono grandi quantità di emissioni inquinanti che influenzano i cambiamenti climatici. Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 riguarda le città, che in futuro dovranno essere più sostenibili. Si attirano a questi principi Lusail City, la città del futuro che spunterà a 15 chilometri da Doha, capitale del Qatar ideata nel 2005. Lusail City, progettata per 200.000 abitanti e 170.000 lavoratori, sarà divisa in 19 quartieri con mezzi di trasporto pubblici, scuole, zone residenziali, centri commerciali e 33 parchi pubblici. La città, che è ancora in costruzione, sarà dotata di un sistema di razionalizzazione dell’acqua, per riutilizzarla e conservarla. Gli edifici pubblici produrranno energia elettrica grazie ai pannelli solari. Nel 2022, in occasione dei Mondiali di Calcio, ospiterà alcune gare dalla prestigiosa competizione nello:” Lusail Iconic Stadium”. Lo stadio ospiterà circa 80mila posti a sedere con un ruolo primario visto che è la struttura sportiva scelta per la finale della:” 2022 FIFA World Cup”. Parlare di sostenibilità in Qatar, dove il petrolio comanda e dove ci sono i più grandi grattacieli, sembra assurdo. La volontà di investire sull’ambiente è molto importante.Innovazione, tecnologia, architettura e sostenibilità: queste le parole chiave del progetto che vuole essere ad impatto zero, con un occhio di riguardo contro lo spreco, soprattutto di acqua che in Qatar è più che mai una risorsa preziosa.

DELICETO SI AGGIUDICA IL PRESTIGIOSO PREMIO CUOMO- INTERVISTA ALLA CONSIGLIERA PAOLA D’AGNELLO di Francesca Landini e Giuliana Saggese

 Il Comune di Deliceto, in provincia di Foggia, si è aggiudicato il prestigioso Franco Cuomo International Award 2023 sezione “Premio speciale” a cura dell’associazione Per il meglio della Puglia in collaborazione con la Rete dei Comuni Sostenibili, di cui il comune dei monti Dauni fa parte e grazie alla quale ha recentemente presentato il Rapporto di sostenibilità 2023, il primo “piccolo” comune della Puglia a portarlo a compimento e a presentarlo.



La Rete dei Comuni sostenibili è l’associazione nazionale più grande in Europa di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni che si dedicano allo sviluppo sostenibile e alla territorializzazione degli Obiettivi di Agenda 2030.



Ecco la motivazione con cui il Comune di Deliceto si è aggiudicato il Franco Cuomo International Award 2023. 

“Il Comune di Deliceto è stato il primo comune della provincia di Foggia a praticare la progettualità innovativa della Rete dei Comuni Sostenibili e il primo piccolo comune della regione Puglia ad aver realizzato quest’anno il Rapporto di sostenibilità attraverso un monitoraggio volontario, cioè con il contributo attivo dell’ente, composto di circa 70 indicatori locali. Deliceto, inoltre, è particolarmente attivo in un processo di miglioramento del benessere equo e sostenibile con azioni concrete a livello locale e in sinergia con le realtà dei Monti Dauni, di cui è il capofila della prima ‘Oil free zone’ in Puglia promossa dal GAL Meridaunia. L’amministrazione comunale è impegnata altresì a trasmettere alla cittadinanza e alle giovani generazioni la consapevolezza della sfida della sostenibilità per creare processi generativi di comunità. Deliceto è l’esempio concreto che anche i piccoli comuni possono dare un grande contributo al Paese per il raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”.



La nostra redazione ha rivolto alcune domande alla professoressa Paola D’agnello, insegnante di tecnologia nel nostro Istituto, che ha ritirato a Roma tale prestigioso premio per il proprio comune.

Il Comune di Deliceto ha ricevuto questo importante riconoscimento per la sostenibilità. In cosa, secondo lei il comune si è distinto, rispetto ad altri comuni limitrofi, per meritare tale premio?

In realtà Deliceto ha cominciato a porsi degli interrogativi. Si parla tanto di agenda 2030, di sostenibilità, ma questi sono tutti concetti teorici. Ci siamo chiesti allora “Cosa facciamo noi di veramente concreto per migliorare il luogo in cui viviamo? Tutto è iniziato quando ci è arrivata una proposta da un’associazione chiamata rete dei comuni sostenibili, che abbiamo deciso di cogliere al volo. Infatti per entrare a far parte di questa rete il Comune doveva fare una sorta di autovalutazione seguendo alcuni indicatori che riguardavano proprio i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile. Per ogni obiettivo ci siamo chiesti cosa stavamo facendo e cosa potevamo ancora fare. Ad esempio, in merito alla parità di genere, ci siamo chiesti cosa accadesse nel nostro comune partendo proprio dall’amministrazione. Ci siamo chiesti se gli amministratori fossero solo uomini o se ci fossero anche donne. Bene, Deliceto ha donne nell’amministrazione, dato non scontato, poiché la politica viene praticata soprattutto dagli uomini. Vi ho fatto questo esempio e non uno che abbia a che fare con le politiche ambientali perché aderire alla rete dei comuni sostenibili e quindi essere un comune sostenibile non vuol dire soltanto intraprendere iniziative per l'ambiente, ma significa impegnarsi in iniziative in termini ambientali, in termini economici, in termini sociali. In cosa si è distinto quindi il comune? In realtà in nulla. Ha deciso di valutarsi, di comprendere le proprie carenze al fine di migliorarsi.

Quando e dove si è svolta la cerimonia?

La cerimonia si è svolta a Roma nel palazzo Giustiniani che è la sede del Senato della Repubblica italiana il 4 dicembre 2023,nella magnifica sala Zuccari. E’ stata una cerimonia bellissima, anche perché il palazzo è magnificamente affrescato e il solo varcarne la soglia provoca delle emozioni incredibili. Non è facile entrare in questi luoghi, in cui occorre anche un certo rigore nell’abbigliamento e siamo stati controllati prima di entrare. Vi racconto un aneddoto: mio marito, che mi accompagnava all’evento, non aveva portato con sé una cravatta, per questo finché non se ne è procurata una non è potuto entrare.

Perché è stata scelta proprio lei dal suo comune per ritirare un premio così prestigioso?

In realtà di solito a questo tipo di eventi partecipa il sindaco del comune. Io sono consigliere con delega all’ambiente e dato che il nostro primo cittadino era impossibilitato a partecipare all’evento sono subentrata io in quanto ho curato personalmente tale progetto.

Quali emozioni ha provato?

E’ stato un momento magico e molto emozionante. Prima di me sono stati premiati grandi nomi della cultura italiana: ho parlato dopo Paola Gassman e Pupi Avati. Il solo fatto di pensare di dover parlare allo stesso microfono che avevano appena utilizzato dei personaggi tanto illustri mi ha davvero riempita di emozione. Mi tremavano letteralmente le gambe poiché il livello era culturalmente molto elevato ed io sentivo davvero molto il peso di dovermi esprimere in maniera consona all’evento che stavo vivendo.

La seconda cerimonia in cosa consisteva?

Penso che vi riferiate all’ultima volta che sono stata a Roma. Il 29 febbraio e il primo marzo scorsi. La rete dei comuni sostenibili ci ha inviato un lungo e complesso questionario da compilare. Si tratti di dati da monitorare ed è un lavoro enorme: ad esempio quanti metri quadrati di verde ha il comune, oppure qual è la percentuale delle donne che lavora nel comune. Si tratta di dati difficili da reperire ma ce l’abbiamo fatta e abbiamo presentato in meno di un anno il rapporto. Quindi siamo stati premiati per essere stati il primo comune che ha aderito nella provincia di Foggia, ma anche il primo comune ad aver consegnato il rapporto di sostenibilità. Quindi la rete dei comuni sostenibili ci ha voluto premiare consegnandoci una bandiera, che è proprio quella della rete dei comuni sostenibili. Anche questo intervento è stato molto emozionante poiché prima di noi ha tenuto il proprio discorso Emilio Casalini, grande giornalista e conduttore radiofonico.

Qual è il ruolo di Deliceto all’interno della rete dei comuni sostenibili?

Praticare realmente la sostenibilità, quindi essere attivi in tal senso. La rete dei comuni sostenibili ci dà delle linee guida e noi cerchiamo di metter in pratica tali direttive. Ad esempio Deliceto non ha ancora delle postazioni per la ricarica delle auto elettriche e noi stiamo cercando di provvedere a tale problema. Un altro esempio è l’abbattimento delle barriere architettoniche per fare in modo che i disabili possano visitare i monumenti storici del paese senza problemi. Oppure cercare di comprendere se ci sono persone povere nel paese e prendere dei provvedimenti per aiutare gli indigenti. La sostenibilità è anche questo: cercare di rendere migliore ogni aspetto della vita dei cittadini.

Quali sono le iniziative ed i progetti futuri che il suo comune si pone per il futuro?

Sono tanti. Ad esempio ci siamo accorti che Deliceto non ha parchi, o meglio li ha ma non sono tenuti in maniera adeguata. Pertanto dobbiamo intervenire su questo e rendere sicuri e fruibili tali spazi. Vorremmo anche sostituire i mezzi comunali, vecchi ed inquinanti con altri meno impattanti, ad esempio dei mezzi elettrici. Sono tante le carenze che abbiamo riscontrato ma lavoreremo un passo alla volta per raggiungere nuovi obiettivi.

Quali consigli darebbe a noi ragazzi per vivere in maniera più sostenibile?

Cominciare dalle piccole cose: non gettare i rifiuti per strada ma negli appositi cestini cercando di differenziare il più possibile. Ma non solo dobbiamo impegnarci ad avere comportamenti civili, ad esempio aiutando chi ci sta vicino, non sprecando energia e cibo. Dobbiamo ricordarci che essere sostenibili è un fatto culturale, un modo di essere per migliorare tutti gli aspetti della nostra vita.



LA CAVALCATA DEL 29 AGOSTO a cura di Giacomo Lombardi- Chiara Zannella- Angelica Tavano- Francesca Landini e Giuliana Saggese

 Il 29 Agosto rappresenta il giorno più sacro per i bovinesi, dedicato compatrona del paese, alla fiera, alle feste e alla famosa cavalcata storica che si ripete ogni anno dal 1266, data che celebra l’apparizione della Vergine di Valleverde nel bosco di Mengaga, dove venne costruito l’omonimo santuario. Da allora Bovino celebra la sua compatrona con la cavalcata storica caratterizzata dal simbolico rito dell’offerta dell’olio da parte di un comune dell’antica Diocesi. La nostra redazione ha intervistato la Presidente della Proloco, Professoressa Maria Rosaria Lombardi, al fine di conoscere meglio l’evento più importante e più amato dai bovinesi.

 



Quanto tempo occorre per organizzare la cavalcata?

Parecchio! Dedichiamo a questo evento tutto il mese di agosto, per prima cosa prendiamo le iscrizioni alla cavalcata e al corteo, poi ci sono le prove dei costumi almeno tre giorni prima: Queste sono molto importanti perché non tutti gli abiti sono adatti alle persone che li richiedono e può capitare di non riuscire ad accontentare tutti.

Quante persone partecipano all’organizzazione dell’evento?

Circa una quindicina di persone: cinque o sei persone sono coordinatori, e tra questi ci sono anch’io, poi ci sono i sup, i vice e le ragazze della Proloco. A questi vanno aggiunti gli addetti alla sicurezza. Il giorno del 29 agosto per fare in modo che tutto funzioni vengono impegnate almeno quaranta persone.

Quanti figuranti partecipano ogni anno alla cavalcata?

Più di 150 persone: circa dieci per ogni quadro.

Da quanto tempo la cavalcata storica viene organizzata dalla Proloco?

La Proloco la organizza l’evento in collaborazione con il comitato Pro-Valleverde dal 2000. Dovete sapere però che la cavalcata è secolare, quindi ha almeno cento anni di storia. Da sempre viene organizzata dal comitato Pro-Valleverde su disposizione del Comune, in collaborazione con la Proloco in quanto si tratta di una manifestazione sia civile che religiosa. Il Comune patrocina la manifestazione a cui si aggiunge il contributo dei cittadini attraverso la questua. Durante questa festa è l’autorità civile che rende omaggio a quella religiosa. L’autorità civile è rappresentata dal Sindaco di Bovino, dal Prefetto, dagli altri sindaci dei paesi limitrofi. A questi va aggiunto il Vescovo che rappresenta l’autorità religiosa. Ogni anno uno dei comuni della ex diocesi di Bovino tramite il proprio sindaco rende omaggio al Santuario di Valleverde donando dell’olio per le attività religiose.

Da quanto tempo vengono premiati i cavalli? 

Forse da sempre. Sicuramente dagli anni Cinquanta. La premiazione nel corso degli anni è variata: non si consegna più la coppa ai cavalieri vincitori, ma il vincitore riceve uno stendardo e un cavallo di alabastro; lo stendardo viene portato al santuario di Valleverde, mentre il cavallo viene custodito in comune. Ogni cavaliere riceve un omaggio ma viene decretato vincitore quello che si distingue per il portamento del cavallo, per l’abito del cavaliere e per l’addestramento ricevuto dal proprio cavaliere.

Che provenienza hanno gli abiti dei figuranti?

Alcuni sono nostri, anche se molti sono andati in disuso soprattutto quelli medievali; mentre gli altri vengono dalla sartoria Shangrilla’ di Foggia, specializzata in questo tipo di costumi, che ha realizzato molti abiti appositamente per il corteo di Bovino: Alcuni degli abiti sono stati confezionati con delle stoffe donate dai bovinesi residenti a Prato. Il nostro intendimento è quello di realizzare abiti per la cavalcata, da conservare poi in un museo dedicato a questo evento.

Quali sono le figure più importanti della cavalcata?

Il corteo storico rappresenta le epoche più importanti della storia bovinese dal 1266, anno dell’apparizione della Madonna di Valleverde. La cavalcata si suddivide in quadri. Il primo quadro il Medioevo, è rappresentato da Niccolò, la persona a cui è apparsa la Madonna, il pellegrino che rappresenta il pellegrinaggio, gli sbandieratori, le ancelle, i popolani, i bambini, alcune coppie di feudatari e soprattutto la statua della Madonna. Il secondo quadro è rappresentato dal Quattrocento, nello specifico l’anno 1434 e raffigura la regina Giovanna d’ Angiò seguita da messer Marino Boffa, signore di Bovino, a cui è dedicata una piazza, seguiti da quattro coppie.  Fu proprio la regina Giovanna D’Angiò, su richiesta di Marino Boffa ad istituire una fiera in onore della Madonna, da celebrare nel giorno del suo compleanno. Inoltre chiamandosi Giovanna, la data del 29 agosto acquisisce maggior valore, poiché vi si celebra anche san Giovanni Decollato. La durata della fiera, caratterizzata soprattutto da animali, fu istituita per nove giorni, e mantenuta tale fino ai primi del Novecento, di cui quattro prima e quattro dopo il 29 agosto. Attualmente la fiera si è ridotta a soli tre giorni.  Il terzo quadro, molto importante, è rappresentato da  Maria d’Austria, moglie di Fiippo IV di Spagna  che venne a Bovino a rendere omaggio alla Madonna con  con duemila cavalieri. Maria d’Austria, detta “la Serenissima” è scortata da alabardieri al cui seguito ci sono delle coppie con costumi del Seicento. Fanno parte dello stesso quadro Torquato Tasso e Giambattista Marino, poiché ospiti nel castello di Bovino.  Tutto questo viene raccontato sul palco di corso Vittorio Emanuele, anche se sarebbe necessario avere più postazioni lungo tutto il percorso, ideale non realizzabile per motivi economici. Altra epoca importante per Bovino è rappresentata dal quadro del Settecento. I Guevara, giunsero a Bovino nel 1565, nel Settecento detta famiglia diventò ancora più potente grazie al matrimonio tra Giovanni Maria Guevara e la duchessa Anna Maria Suardo. La duchessa era la dama di compagnia della regina Carolina che viveva a Caserta. Questa, avendo una seconda residenza a Recale, a quattro km dalla reggia, dove realizzò dei giardini. Qui ancora oggi si può leggere che tali giardini furono realizzati dalla duchessa di Bovino. Proprio su questa impronta vennero poi realizzati i giardini pensili intorno al 1780, e di recente restaurati. Altra figura rappresentativa di questo quadro è Monsignor Lucci (1752). L’ultimo quadro è rappresentato dal Novecento: negli ultimi anni non vengono più rappresentati i notabili, sostituiti, quando possibile da carrozze e macchine d’epoca. L’ultimo duca, andato via da Bovino nel 1961 era Don Achille Lecca Ducagini Guevara Suardo che ha poi ceduto il castello alla Curia. Quando è possibile viene fatto sfilare tale duca in carrozza, seguito dai popolani. In ogni caso il Novecento in modo costante viene rappresentato dai cavalieri. Il numero dei cavalli si è ridotto a causa dei crescenti costi di noleggio. La tradizione di andare a cavallo al santuario di Valleverde nasce sin dal Settecento, quando nelle stalle ducali e quelle dello scalo, venivano messi a disposizione alcuni cavalli per consentire a duchi e nobili a rendere omaggio al santuario. Infine la nostra festa è caratterizzata, come del resto in quasi tutto il sud, dalle luminarie, dalla banda e dai fuochi pirotecnici. La festa patronale è la festa identitaria di un popolo perché c’è il costume, c’è la tradizione, tanto che l’evento della cavalcata non viene mai pubblicizzato poiché è innato nella mente del popolo bovinese. Infatti ancora oggi, come in passato ci si saluta dicendo “Ci vediamo il 29 agosto”.





sabato 9 marzo 2024

IL BULLISMO TRA ADULTI ESISTE? di Antonio Dota

   


Del bullismo tra adulti non si parla molto ora, come in passato veniva ignorato quello tra adolescenti.

Fino a qualche anno fa, infatti, i ragazzi che venivano presi di mira dovevano subire in silenzio e sopportare di tutto finché non imparavano da soli a difendersi dai bulli. Oggi assistiamo a un ribaltamento della situazione: il bullismo sembra quasi andare di moda, se ne parla in TV, sui giornali e sui social. Basta una parola di troppo proprio sui social, un video condiviso ingenuamente e si rischia la bufera mediatica.

Questa iper tutela, però, riguarda solo gli adolescenti, una volta cresciuti si è abbandonati, come se il bullismo fosse circoscritto a una fascia d’età. In realtà il bullismo inizia nella fase adolescenziale, sia per chi lo mette in atto che per chi lo subisce, ma poi non si esaurisce con la giovane età: con il passare del tempo diventa molto più sottile e pericoloso. Si ritiene che gli adulti abbiano i mezzi per difendersi da soli, ma anche molti di loro hanno subito o subiscono considerazioni pesanti sul proprio aspetto fisico o la vita privata.
Essere messo da parte in un gruppo di lavoro, ad esempio è un atto di bullismo, ma è forse la forma meno pesante da subire. Gli adulti spesso si trovano circondati da gente che pretende confidenze, favori, servilismo, e mette il becco in questioni private, pretendendo di dare consigli, peraltro non richiesti, su come dovrebbe impostare la propria vita o i propri rapporti, dimostrando maleducazione e mancato rispetto per l'altro. La vittima spesso reagisce, innescando una vera e propria persecuzione da parte del bullo. Si tenta dunque l’unica difesa possibile, l’isolamento, ma ci si accorge che più si tenta di farsi gli affari propri, più è facile ritrovarsi protagonisti delle chiacchiere e pettegolezzi. Spesso il bullismo tra adulti è soprattutto femminile: sono infatti le donne più propense a coalizzarsi contro altre donne.

Esistono vari tipi di bullismo tra adulti:
il bullismo fisico, che si esaurisce nel momento stesso in cui si consuma;
il bullismo di ruolo in ambito lavorativo, in cui un sottoposto è continuamente sottoposto a minacce di licenziamento;
il bullismo passivo aggressivo, estremamente pericoloso e subdolo poiché il carnefice appare gentile nei confronti della vittima, mentre in realtà il bullo è sarcastico e tende a diffondere pettegolezzi nei confronti della vittima, minando la sua autostima.

Inoltre tra i trentrenni si stanno diffondendo due forme crudeli di bullismo il fat rodeo girls e il pull a pig.
La prima è una sfida tra un branco di giovani uomini che si sfidano a rimorchiare la ragazza più grassa e brutta incontrata in un locale. Il significato deriva dall'inglese, e significa "attrarre un maiale per gioco". La vittima è di solito una ragazza poco attraente e in carne che viene corteggiata da uno o più membri del gruppo, con lo scopo di sedurla per poi deriderla.
Nel secondo "gioco", il vincitore della sfida, seduce o cerca di far innamorare una ragazza conosciuta online. Quando riesce nell'impresa si svela con un messaggio "sei stata piggata".
Queste pratiche feriscono nell'orgoglio e nella dignità le donne vittime di questo gioco crudele che spesso vedono minata la propria autostima e, in alcuni casi hanno poi bisogno di un ausilio psicologico per superare il trauma.

LE LUMINARIE DEL SUD ITALIA di Karol Morsillo, Ilenia Santoro e Amelie Russo


Le luminarie sono degli addobbi luminosi che si usano soprattutto nelle città del sud Italia, nell’ambito della celebrazione dei santi, per le feste padronali per le strade e le piazze in festa.  

L'arte delle luminarie in Puglia - Hotel Excelsior Bari

Esse nascono nel 1882 ad opera di Edward H. Johnson. che a New York realizzò per la prima volta un'illuminazione per il suo albero con luci rosse, bianche e blu.

In realtà i primi prototipi sono ancora più antichi e risalgono al XVI secolo, quando alcuni artigiani ispirati dai disegni di artisti come Michelangelo, Bernini e Pietro da Cortona iniziarono a realizzare strutture illuminate da candele.

Da sempre le feste sono state caratterizzate dall’utilizzo di fonti di luce per rendere il senso di gioia e allegria. Prima invenzione della corrente elettrica e della lampadina furono utilizzate le torce con tele catramate e successivamente dei piccoli vasi contenenti olio di bassa qualità per lampade. Per rendere sempre più ricca la decorazione della festa si iniziarono a costruire le parature a cui erano appesi dei bicchieri in vetro contenenti l’olio. Soltanto dopo l’invenzione della corrente elettrica però, sono le luminarie che rallegrano i giorni di festa di paesi e città del Mezzogiorno.

Le luminarie più famose in Italia sono quelle di Scorrano, un piccolo centro vicino Lecce. Le sue luminarie vengono accese in occasione della Festa della Luce ( dall’8 Dicembre al 6 Gennaio) e in onore di Santa Domenica, patrona del comune ( dal 5 al 10 Luglio). Proprio nel piccolo paese del leccese è in progetto l'apertura di un museo delle luminarie che servirà a dare lustro e lavoro, ai bravi artigiani pugliesi.




Anche a Bovino la tradizione delle luminarie si rinnova tutti gli anni in occasione della festa patronale del 29 agosto: nell'occasione corso Vittorio Emanuele e piazza del Duomo vengono illuminate con le splendide luci artistiche, diverse ogni anno. Da alcuni anni il comitato Pro Valleverde ha fatto realizzare uno speciale tondo con l'effige della Madonna di Valleverde, patrona del paese alla quale la festa è dedicata, che impreziosisce le luci artistiche delle luminarie e ricorda ai bovinesi che quella del 29 agosto è soprattutto una festa religiosa.


In alcune occasioni le luminarie hanno vivacizzato anche la festa di san Celestino Martire, che si celebra ogni anno la seconda domenica di ottobre, colorando e illuminando non solo corso Vittorio Emanuele, ma anche via Carlo Rocco fino alla piazza dei conti di Loretello dove si trova la chiesa di santa Maria delle Grazie o della Buona Morte, che ospita le reliquie del santo.


venerdì 8 marzo 2024

IL CANTO DI SAFFO (a cura della redazione) presenta IL DOLORE di Giuliana Saggese

 Oggi, 8 marzo 2024, la nostra redazione ha deciso di celebrare questa giornata dedicata alle donne inaugurando una nuova rubrica che chiameremo La penna di Saffo nella quale saranno pubblicate le poesie più interessanti e significative scritte dagli alunni della nostra scuola.



Abbiamo deciso di dedicare questa rubrica a Saffo, poetessa greca nata intorno al 640 a.C. e annoverata tra i più celebri compositori di poesie d'amore.

 Secondo la nostra redazione il modo migliore per inaugurare la nostra nuova rubrica è quello di pubblicare un breve componimento poetico di un'alunna della nostra scuola, nonché redattrice del nostro Blog: Giuliana Saggese. La giovane alunna che frequenta la classe prima della secondaria di primo grado di BOVINO ha scritto un testo poetico dedicato alle vittime di bullismo in primis e poi a tutte le persone che vivono un momento di sofferenza.


Dolore 

di Giuliana Saggese


Quell’era spina, quell’era taglio,

quell’era ferita.

Quell’era sangue, quell’era sguardo,

 quell’era sorriso. Quell’era dolore. O forse soltanto 

la luce del cuore spenta. O soltanto un vuoto dentro.

Una lacrima salata faceva brillare gli occhi blu,

sembravano cielo. Poi, dolcemente accarezzavano le

guance, ormai rosse. Infine il mare degli occhi toccava 

il suolo, forse sarebbe cresciuto un fiore. Il cuore ormai 

deserto, guardava il suo riflesso, spento. Pioveva, insieme 

agli occhi, insieme al cuore. Povere orecchie, dovevan sentir 

gli occhi dentro la tempesta. Poveri occhi dovevan veder il 

cuore tremare. Povero tempo 

doveva scorrer piano. Povere parole,

sciocche parole, dovevan essere dimenticate.

Povero fiore doveva appassire. Povero cuore, doveva soffrire, doveva diventare freddo, solo per colpa del dolore.

Maledetto Dolore.


venerdì 1 marzo 2024

LA GIORNATA CONTRO IL BULLISMO E CYBERBULLISMO di Anna Michela Di Pasquale







 La giornata contro il bullismo e cyberbullismo è stata istituita nel 7 Febbraio 2017 dal MIUR nell'ambito del Piano nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola. Questa giornata  è un momento importante che serve non solo per ricordare tutte le vittime di bullismo on e offline, ma anche per prevenire questo fenomeno sensibilizzando i giovani a non compiere atti violenti o discriminanti verso gli altri.

Ma partiamo da il significato di Bullismo e Cyberbullismo.

Il bullismo è una violenza fisica, verbale e psicologica verso i più deboli che, in casi estremi, può portare anche al suicidio. Sono molte le motivazioni per le quali persone prepotenti decidono di bullizzare coloro che ritengono più deboli. Le principali sono dovute all' aspetto fisico della vittima, se si è troppo grassi o troppo magri, o perché qualcuno porta gli occhiali, le stelline sull'apparecchio per i denti o se si ha qualche disabilità. I bulli decidono di odiare le persone che ritengono anche migliori di loro in qualche cosa e questo li porta all’odio, all’invidia e alla gelosia verso la persona, che si traduce in violenza.

Il Cyberbullismo è un tipo particolare di bullismo che avviene online e che può rovinare la reputazione di una persona diffondendo in rete tutte le informazioni personali e private dell’utente. Il Cyberbullismo è vario, ci sono tanti tipi e i più praticati sono 7:

  • Flamming (conflitti verbali)

  • Harassment (molestie)

  • Denigration (fake news)

  • Cyberstalking (terrorizzare le vittime)

  • Impersonation (furto di identità)

  • Tricy o Outing (diffusione informazioni carpite)

  • Exclusion (escludere da un gruppo).


In occasione di questa giornata EducAttore ha proposto alle scuole italiane lo spettacolo intitolato  “In Catene” . Il gruppo di lavoro è composto da attori professionisti e da educatori, per questo hanno deciso di darsi il nome EducAttori; i testi sono scritti da Ivan Luigi Antonio Scherillo, fondatore e animatore dell'associazione, specializzato nel teatro per ragazzi, in progetti per la dispersione scolastica e nel contrasto al bullismo.

Il 7 febbraio 2024 molte classi del nostro Istituto, hanno assistito allo spettacolo sopracitato e alla seguente stimolante discussione che ha voluto portare all’attenzione di noi ragazzi il messaggio che non si è soli e che esiste sempre una strada per affrontare le difficoltà nei rapporti “difficili”.





Lo spettacolo proposto "In catene” , è stato molto coinvolgente perché quasi tutti nella vita, sono stati o vittima, o bullo o osservatori, cioè si sono trovati ad assistere senza intervenire in alcun modo ad un episodio di bullismo. Lo spettacolo affronta il tema del bullismo, in maniera innovativa: sono presenti momenti forti o drammatici ma anche inserti comici che aiutano ad alleggerire il racconto, ma tengono viva l’attenzione e creano un clima di empatia. Gli attori raccontano il proprio vissuto e le proprie emozioni, le proprie paure, le proprie esperienze ponendo la propria storia direttamente sul palcoscenico.



Lo spettacolo, assolutamente privo di scenografie, ma volto all'essenzialità era tutto svolto tra una figura, il bullo, circondato da catene e tre personaggi che aveva bullizzato nella sua vita, che a turno svelavano la loro identità. Si trattava di due ragazzi ed una ragazza, presi in giro perché uno sovrappeso, l'altro disabile. la ragazza perché "colpevole" di essersi fidata della persona sbagliata.

Col passare del tempo i due ragazzi erano riusciti a realizzare tutti i loro sogni e si erano liberati delle catene nelle quali li aveva imprigionati il bullo. Un triste epilogo invece per la fanciulla, ex fidanzata del bullo che aveva diffuso in rete immagini intime della coppia rovinando per sempre la sua reputazione, tanto da portarla a compiere un atto estremo.



CONCORSO NAZIONALE PENNE E VIDEO SCONOSCIUTI: DOPPIA PREMIAZIONE PER IL NOSTRO ISTITUTO a cura della redazione

  Il 18 ottobre 2024 la redazione del giornalino/blog d'Istituto "Parola nostra" di Bovino, insieme agli alunni delle classi t...