lunedì 20 aprile 2020

SCUOLA E MEMORIA Incontro con Roberto Matatia, autore del libro "I vicini scomodi" - di Benny Andrea Pagniello - Liceo scientifico Bovino


     



Per ricordare la Shoah, giovedì 13 febbraio 2020, presso la sala convegni della ex Comunità Montana di Bovino, l’Istituto Omnicomprensivo dei Monti Dauni, in collaborazione con la Pro Loco di Bovino, ha organizzato un incontro sul tema, aperto agli studenti delle scuole superiori del nuovo istituto e agli alunni della secondaria di primo grado.
Sono intervenuti il Dirigente scolastico, prof. Ottone Perrina, il sindaco di Bovino, Vincenzo Nunno, la dirigente dell’Ufficio scolastico A.T. di Foggia, dott.ssa Maria Aida Episcopo, lo storico e dirigente tecnico USR, dott. Antonio d’Itollo, l’ecumenista Don Claudio Manfredi e il dott. Roberto Matatia, autore del libro I vicini scomodi
Gli interventi dei relatori sono stati accompagnati da alcuni brani musicali (Mission di Morricone, La vita è bella di Piovani, Over the Rainbow di Harold Arlen), eseguiti con arrangiamenti originali dai Maestri del corso ad indirizzo musicale di Bovino, Bonuomo, Krylova, Augelli e Rossi. 
Il D.S. Perrina ha aperto la conferenza, sottolineando l’importanza della giornata non solo come momento formativo, ma anche come prima occasione di incontro degli alunni di tutte le scuole superiori del nascente istituto. Secondo il nostro dirigente Rispetto è la parola chiave che apre alla diversità, l’unico mezzo che permette di comprendere l’altro e di porsi senza pregiudizi nei confronti di ogni uomo.
Il saluto del sindaco Nunno ha messo in luce l’infondatezza delle tesi razziste e l’importanza di una memoria scevra da strumentalizzazioni politiche e basata sulla verità storica.
La dott.ssa Episcopo ha evidenziato il ruolo fondamentale della storia nella formazione delle nuove generazioni e le differenze tra storia e memoria storica. La storia restituisce la realtà, la memoria storica può essere modificata, mitizzata e cancellare temporaneamente alcune responsabilità del passato.
Anche lo storico A. d’Itollo, dopo aver introdotto il libro di Matatia, ha ribatito il concetto. La memoria è sempre di qualcuno e può essere divisiva; la storia guarda al quadro d’insieme, attraverso tutti i punti di vista.
L’ecumenista Don Claudio Manfredi ha posto l’accento sulla storia degli ebrei, dall’antigiudaismo all’antisemitismo, in un excursus storico-culturale dai tempi della diaspora ai giorni nostri.    
Infine l’intervento più atteso: quello dello scrittore Roberto Matatia, che nel suo libro narra le vicende della famiglia di Nissim Matatia, costretta a subire tutte le conseguenze delle leggi razziali in Italia fino alla deportazione e alla morte nel campo di sterminio di Auschwitz.  L’autore ha parlato del suo lavoro, nato quasi per caso, dopo aver ricevuto quattro lettere da un vecchio signore di nome Mario, scritte nel lontano 1943 da Camelia Matatia, la sua fidanzatina sedicenne, prima che fosse deportata dai nazisti nel tristemente noto campo di sterminio. Matatia ha pensato a lungo a cosa fare con quelle lettere, se conservarle  come  prezioso ricordo o donarle alla memoria collettiva, infine la decisione di raccontare la dolorosa storia di famiglia, affinché ancora una volta tutti possano riflettere sugli orrori del passato e soprattutto riconoscere nuove e più recenti forme di discriminazione.
Commovente è stata la lettura da parte di un’alunna dell’ultima e straziante lettera di Camelia, nella quale trapela la consapevolezza del suo tragico destino. Le sue ultime parole, il triste addio al suo Mario, ci inducono a pensare con terrore: E se fossimo noi a dover scrivere lettere simili?







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