lunedì 27 marzo 2023

BOVINO RIVIVE LA QUARANTANA: IL RITORNO DI UN'ANTICA TRADIZIONE di Francesca Pia Lombardi e Maria Sharon Joy Poppa



Lo scorso 22 febbraio 2023, mercoledì delle ceneri, dopo molti decenni grazie alla Proloco, a Bovino è tornata l'antica tradizione della quarantana, presso il castello ducale del paese. Si tratta di un'antica usanza diffusa in tutta la Puglia durante il periodo che sussegue quello del Carnevale. Sospesa nel cielo, in molti paesi della nostra regione, si può incontrare la sagoma scura della Quarantana, il fantoccio di un' anziana signora che penzola sulle teste dei passanti. Vestita tutta di nero, o con colori scuri la Quarantana sembra controllare che tutti rispettino le regole di preparazione alla Pasqua. Il suo nome è infatti un riferimento alla Quaresima, che per i cristiani rievoca i quaranta giorni di penitenza di Gesù nel deserto e che corrisponde a un periodo di  sacrificio dopo le abbuffate del Carnevale. La Quarantana è una figura molto antica, ricca di simboli provenienti dalle tradizioni pagane. Nel racconto popolare è ritenuta la moglie del Carnevale, spirito allegro e mattacchione la cui morte, il martedì grasso, segna la fine di un periodo gioioso e l’inizio di un periodo di sacrificio e riflessione. Porta gli strumenti del lavoro quotidiano e il fuso per filare, simbolo della vita che trascorre inesorabilmente.



Le origini della Quarantana derivano dagli antichi riti del Mondo Greco, trasmessi da popolazione in popolazione, durante queste tradizioni venivano appesi sugli alberi gli “oscilla”, dei dischi decorati, che sotto l’azione del vento si pensava allontanassero gli spirti maligni. Con il passare del tempo questi riti si sono trasformati nella Quarantana che conosciamo noi oggi. Questo fantoccio rappresenta il lavoro femminile: infatti stringe fra le mani un fuso e della stoppa da filare. Sostiene inoltre una grossa arancia, simbolo della fine dell'inverno all'interno della quale sono inserite sei penne di gallina nera, che rappresentano le sei settimane di quaresima che precedono la Pasqua.

Ogni domenica veniva strappata una penna dall'arancia, fino alla domenica delle Palme. Il sabato santo, quando le campane della cattedrale suonavano a festa per festeggiare la resurrezione di Gesù, venivano accesi i fuochi pirotecnici racchiusi nel pupazzo che andava in frantumi: finiva così il periodo dell'astinenza e cominciavano i festeggiamenti per la Pasqua.

In passato dal modo in cui veniva inghiottita dalla fiamme, i nostri avi traevano gli auspici per la successiva annata agraria. La sua esplosione rappresenta il modo la vittoria della vita sulla morte. 


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