Per inaugurare i lavori del Blog nell’a.s.2020-2021 la
Redazione di Bovino propone come primo articolo l’intervista gentilmente
rilasciata dal Dirigente Scolastico Prof.
OTTONE PERRINA.
Il nuovo istituto
comprende scuole di ordine e grado differenti, dislocate su un territorio molto
ampio. Come ha organizzato la gestione complessiva di questa nuova realtà?
La scuola è assimilabile ad un’azienda complessa,
dai legami deboli, che ha come obiettivo prioritario il successo formativo di
ciascun alunno.
Per parlare di scuola oggi bisogna fare
riferimento a due norme fondamentali, che ne hanno cambiato totalmente
l’identità. Il primo riferimento normativo è il DPR 275/99, che all’art. 2
recita: “l'autonomia delle istituzioni
scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e
si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di
educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana,
adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle
caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il
successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del
sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo
di insegnamento e di apprendimento”.
Il secondo, imprescindibile è il del D.Lvo 165/01, che all’art. art.
25 dispone: “Il
dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la
legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie
e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli
organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri
di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In
particolare, il dirigente scolastico, organizza l'attività scolastica secondo
criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni
sindacali….Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e
amministrative il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai
quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal
responsabile amministrativo, che sovrintende, con autonomia operativa, nell'àmbito
delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi
amministrativi ed ai servizi generali dell'istituzione scolastica, coordinando
il relativo personale”.
La conduzione dell’Istituto Omnicomprensivo, che
tra collaboratori, amministrativi e docenti, conta circa 240 unità, dislocati
su 11 plessi, necessita di autorevolezza e di una leadership diffusa e
condivisa.
Per poter lavorare in maniera efficace e
proficua, il primo obiettivo è stato individuare un organigramma funzionale
molto capillare, dove le varie responsabilità sono state condivise con i
coordinatori di classe, responsabili di plesso e di settore, coordinatori di
dipartimento, Ed. Civica; bullismo e cyberbullismo, responsabili della
sicurezza (ai sensi del D.Lvo 81/2008), ecc.
Alla base di questa responsabilità condivisa,
occorrono fiducia reciproca, responsabilizzazione di ognuno e capacità di
sentirsi parte viva di una comunità in divenire. Solo se si è consapevoli di questa
appartenenza, ci si impegna al massimo per contribuire con le proprie competenze
allo sviluppo della comunità scolastica.
Quali sono, secondo Lei, i punti di forza della scuola dei Monti Dauni?
La scuola ha diverse potenzialità. Quando sono
arrivato in questo Istituto ho trovato molto interesse verso le tematiche ambientali
ed è giusto lavorare in questa direzione, ma mi preme volgere l’attenzione anche
verso altri obiettivi formativi.
Occorre prima di tutto una formazione
approfondita, forte e strutturata in italiano e in inglese: le lingue, a mio
parere, vanno potenziate molto, a partire dalla scuola dell’infanzia. Sarebbe
opportuno introdurre anche lo studio di ulteriori lingue straniere, tra i quali
quella cinese, visto che l’economia mondiale è proiettata molto verso i paesi
orientali. Va poi potenziata molto la competenza digitale: oggi ormai tutto è digitalizzato
e domotizzato, per non parlare dei grandi progressi che la microchirurgia sta
facendo grazie alla robotica. I nostri punti di forza dovranno essere quindi le
lingue, l’attenzione all’ambiente e il digitale (coding, robotica, informatica,
scienze integrate): proprio in queste settimane stiamo ultimando la fornitura
di laboratori scientifici ed informatici presso le Scuole Secondarie di II
Grado ed avviando contestualmente le procedure per la fornitura degli stessi
presso le sedi delle Secondarie di I Grado.
Quali opportunità la
scuola può offrire agli alunni del secondo ciclo?
Dal punto di vista degli indirizzi ci sono varie
opportunità: il Professionale Elettro-Meccanico, il Professionale Socio
Sanitario e due Licei Scientifici. La gamma di proposte è abbastanza ampia:
dalla ricerca filosofica e scientifica del Liceo Scientifico, alla ricerca
tecnologica e professionalizzante dell’Ipsia, con un indirizzo socio –sanitario
per avviarsi alle professioni mediche.
Il punto di forza del nostro Istituto sarà
proprio il potenziamento del curricolo verticale, con esperienze di continuità
tra i vari gradi di scuola: dalla scuola dell’infanzia con i bambini di due anni
e mezzo alla scuola secondaria con i ragazzi di 18/19 anni, con un processo di
un’armonizzazione del sapere che deve essere progressivo e che prepara gli
studenti ad essere cittadini maturi e responsabili.
Un’ ulteriore sfida è la valorizzazione del territorio,
per far sì che gli alunni residenti decidano di studiare presso il nostro
Istituto fino ai 19 anni, per provare in tutti ad evitare o almeno rallentare
un progressivo spopolamento, che rischia di far morire le straordinarie
tradizioni presenti nella nostra cultura locale.
Per le scuole superiori
del nostro istituto sono stati previsti alcuni laboratori scientifici. Sono
previsti spazi attrezzati anche per la Secondaria di primo grado?
Per la Secondaria di primo grado ci saranno due aule 3.0 e i laboratori di Coding e
robotica con monitor interattivi da 65 pollici.
Cambierà, quindi, proprio il concetto di processo
formativo. Realmente si favorirà l’interazione con l’alunno che possiede
interessi e capacità incredibili, oltre a tante energie che deve e vuole
condividere e che può mettere in campo se la didattica diventa laboratoriale, partecipata
e stimolante.
Quali progetti o iniziative
sta realizzando per l'Istituto?
Tutte le iniziative sono in linea con quanto
appena detto. Stiamo gettando le basi per potenziare le lingue e il digitale ma
anche la matematica poiché spesso è proprio in questa disciplina che i ragazzi
hanno problemi. La matematica va approfondita in maniera strutturata. Sono
stati avviati corsi di recupero per chi è più fragile o di potenziamento per
chi vuole approfondire la disciplina.
E’ importante che allo studio delle discipline
tradizionali siano affiancati il coding e la robotica, la ricerca informatica, la
salvaguardia dell’ambiente, il diritto e anche delle nozioni di economia (ove
possibile): ho desiderio di inserire proprio nei Licei dei corsi di economia e
diritto. Per le scuole professionali, invece, si potrebbe introdurre un corso
di introduzione alla filosofia.
Il mio desiderio è quello di offrire nuove
attività o studi opzionali che i ragazzi possano scegliere in base ai
propri interessi, in modo da sentirsi veramente artefici del proprio futuro.
Che cosa secondo Lei va ancora
migliorato?
Sicuramente le relazioni interpersonali. Questo periodo di pandemia non
ci sta aiutando: ognuno pensa ai suoi bisogni, alle sue necessità e a volte
perde la fiducia nell’altro. Tutto questo ovviamente ci limita molto perché l’altro
non può essere visto come un nemico, da cui difendersi, bensì come risorsa per
crescere insieme, in una condivisione di intenti. È importante sentirsi parte
di un gruppo e stare insieme: il significato di classe è anche questo e quindi
sicuramente vanno migliorati il modo di relazionarsi e il senso di
appartenenza.
Quali difficoltà ha
incontrato nella gestione della Scuola nel periodo della pandemia?
Il problema più grande in questo periodo di pandemia è l’incertezza
rispetto al futuro. Essendo un pubblico ufficiale, devo fare riferimento alle
norme dello Stato, della Regione e del Ministero che cambiano velocemente. Posso
gestire autonomamente solo alcune regole interne, ma devo comunque adeguarmi a
quello che viene disposto dalle istituzioni. Questo, purtroppo, crea un senso di precarietà,
poiché accade spesso che si avviano delle procedure e dopo pochi giorni si è
costretti ad interromperle, perché sono intervenute nuove situazioni
impreviste. Sto investendo molte energie nel costruire e proporre processi nei
vari ambiti, con pazienza e tenacia, anche se non so cosa ci riserva il futuro.
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